Conservazione Habitat Thero-Brachypodietea SIC “Area delle Gravine”

LIFE 03 NAT/IT/000134

ENTE PROPONENTE: Comune di Palagianello (Ta)

PARTNER:
Comunità Montana Murgia Tarantina
Università degli Studi di Bari - Museo Orto Botanico
Università degli Studi di Urbino - Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali – Istituto di Scienze Morfologiche / Sezione Ecologia
Ecoazioni snc
Terre del Mediterraneo - Istituto per la Ricerca e la Documentazione per l’Ambiente

 

DURATA DEL PROGETTO: Ottobre 2003 - Dicembre 2006

 

L'HABITAT PRIORITARIO DEI THERO-BRACHYPODIETEA

L'Unione Europea con la Direttiva Habitat (92/92/CEE) vuole contribuire a salvaguardare la biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali, nonché della flora e della fauna selvatiche. Le misure previste dalla Direttiva tendono ad assicurare il mantenimento o il ripristino, in uno stato di conservazione soddisfacente, degli habitat naturali e delle specie di fauna e flora selvatiche di interesse comunitario, tenendo presenti allo stesso tempo le esigenze economiche, sociali e culturali, nonché le particolarità regionali e locali.
Con la Direttiva Habitat si costituisce una rete ecologica europea di zone speciali di conservazione, denominata Rete Natura 2000: tale rete ecologica è formata dai siti in cui si trovano tipi di habitat naturali elencati nell'allegato I della Direttiva e habitat delle specie incluse nell'allegato II della stessa Direttiva, e deve garantire il mantenimento ovvero, il ripristino, in uno stato di conservazione soddisfacente, di tali habitat. La rete «Natura 2000» comprende anche le zone di protezione speciale (ZPS) classificate dagli Stati membri a norma della direttiva 79/409/CEE (Direttiva Uccelli).
Tra gli habitat individuati alcuni sono considerati dalla Comunità quali habitat prioritari, quegli habitat cioè che rischiano di scomparire nel territorio degli Stati Membri e per la cui conservazione la Comunità ha una responsabilità particolare.
Tra gli habitat considerati prioritari rientra anche l'habitat del Thero-Brachypodietea.

I siti caratterizzati dalla presenza dell'habitat prioritario del Thero-Brachypodietea sono dominati da vegetazione erbacea annuale tipica di ambiente caldo - arido e si caratterizzano per la presenza di aspetti vegetazionali che rappresentano diversi stadi dinamici. Il nome di questo habitat deriva da Theros = annuale e da Brachypodium, che è un genere caratteristico di graminacee. 
Le praterie con terofite (terofite = piante che svolgono il loro ciclo biologico entro un anno; germinano infatti in autunno, sfruttando la condensa autunnale della rugiada, si accrescono durante l’inverno, e si riproducono in primavera, superando quindi l’estate sotto forma di seme) si alternano in genere alle aree a macchia mediterranea e alle aree con querceti mediterranei.
Questi siti si caratterizzano inoltre per la diffusa presenza di affioramenti rocciosi, in prevalenza carbonatici.

I percorsi substeppici di graminacee e piante annue, come viene anche definito l'habitat del Thero-Brachypodietea, costituiscono uno dei più caratteristici ambienti presenti in Puglia, nelle tre grandi aree carsiche della regione, il Salento, il Gargano e le Murge.
Questo ambiente si caratterizza quindi per la scarsa copertura arborea, rari sono infatti gli alberi e persino gli arbusti, e per la conseguente limitata capacità di trattenere il terreno agrario, spesso completamente assente in aree caratterizzate dall’affioramento della roccia calcarea sottostante. Il substrato, privo della naturale copertura vegetale, subisce in maniera maggiore l’influenza limitante dei fattori ambientali e climatici (aridità, azione dei venti, forte soleggiamento).
I percorsi substeppici per molti studiosi rappresentano l'ultimo stadio di degrado della vegetazione spontanea mediterranea, traendo origine dall'azione millenaria dell'uomo, come risultato dell'azione combinata del disboscamento, del successivo dilavamento meteorico del substrato, della forte siccità estiva e della scarsa capacità di ritenzione idrica di un substrato fortemente fessurato in seguito ai fenomeni carsici.

L’habitat del Thero-Brachypodietea, pur all’apparenza arido ed inospitale, risulta uno dei più ricchi per la presenza di specie faunistiche e uno dei più importanti per numerose di queste. La ricchissima presenza, soprattutto in primavera, di insetti che si nutrono delle piante presenti, attira in queste aree un numero considerevole di specie di uccelli: sono infatti almeno una decina le specie strettamente legate a questo ambiente, molte delle quali ritenute meritevoli di protezione da parte dell’Unione Europea. Molti rapaci frequentano la steppa alla ricerca di cibo (poiana, lanario, biancone, gheppio), ma tra di essi assume assoluta preminenza la presenza del falco grillaio, raro a livello europeo, ma presente con colonie molto numerose nella Murgia barese e materana.

Tra le specie vegetali più rappresentative delle praterie a terofite vanno segnalate:

GRAMINACEE

  • Brachypodium ramosum
  • Brachypodium distachium
  • Stipa sp.
  • Vulpia sp.
  • Dasypyrum villosum
  • Lagurus ovatus

LEGUMINOSE

  • Trifolium campestre
  • Trifolium stellatum 
  • Trifolium angustifolium
  • Medicago sp.
  • Scorpiurus muricatus
  • Coronilla scorpioides

Tra gli indicatori di un buono stato di conservazione di questo habitat vanno ascritti:

  • la ricchezza di specie
  • la presenza di elementi seriali prossimi alla tappa matura
  • un basso numero di specie cosmopolite
  • un basso valore di copertura di specie nitrofile
  • la presenza di uccelli tipici delle steppe aride

Tra le possibili minacce vanno segnalati:

  • Fenomeni di degradazione del suolo per compattazione, dovuti a calpestio umano o animale
  • Fenomeni di degradazione del suolo per erosione idrica incanalata
  • Pascolo non controllato
  • Spietramento
  • Trasformazioni in colture
  • Incendio

 

L'AREA DI INTERVENTO - SIC "AREA DELLE GRAVINE"

Il Sito di Importanza Comunitaria  “Area delle Gravine” comprende le principali gravine dell’arco ionico delle Murge, quali quelle di Laterza, Castellaneta, Massafra, Monte S.Elia, Petruscio, Montecamplo, Ginosa e Palagianello, e rientra nel territorio di sette Comuni della Provincia di Taranto (Palagianello, Mottola, Laterza, Ginosa, Castellaneta, Statte, Massafra).

Le gravine consistono in profonde valli carsiche, originatesi in seguito all’azione erosiva dell’acqua lungo fratture di origine tettonica, che occupano le ultime propaggini delle Murge ed in particolare la scarpata che divide le Murge dalla pianura ionica. Le principali gravine prima citate hanno una lunghezza che raggiunge i dieci chilometri, una profondità che può arrivare ai 200 metri e una larghezza massima superiore ai 400 metri..

Il sistema delle gravine dell’arco ionico costituisce un sistema ambientale complesso e di grandissimo interesse, caratterizzato dalla presenza di numerosi habitat differenti, tra cui quello prioritario del Thero-Brachypodietea, che garantiscono ancora oggi la presenza di un'elevata biodiversità. 
L’habitat dei versanti calcarei rappresenta uno dei pochi siti di nidificazione per numerosi uccelli, soprattutto rapaci, tra cui si segnala la specie prioritaria del Falco biarmicus e gli ormai rari Bubo bubo e Neophron percnopterus, presente in Puglia con un’unica coppia nidificante proprio nell’area delle GravineL’habitat delle pinete mediterranee di pini mesogeni rappresenta uno dei pochi casi di pinete spontanee endemiche, mentre i querceti di Quercus trojana rappresentano una caratteristica specifica di quest’area visto il carattere transegeico della specie. L’habitat prioritario dei Thero-Brachypodietea rappresenta infine un sito importantissimo per la nidificazione di numerose specie (Melanocoripha calandra, Calandrella brachydactyla, Lullula arborea, Anthus campestris, Burhinus oedicnemus), incluse nella Direttiva Uccelli, oltre a rappresentare un insostituibile ambiente trofico per le specie prioritarie del Falco naumanni e del Falco biarmicus, e numerose altre incluse nella citata Direttiva.

Da studi scientifici, per quanto non esaustivi, condotti sull’area delle gravine si evince la presenza di ben 567 taxa, numero molto elevato (pari a circa il 10% dei taxa presenti in Italia e al 5% di quelli europei) in considerazione della limitata superficie territoriale occupata, indice quindi di un elevato grado di biodiversità. Le principali forme biologiche presenti sono le terofite (226 taxa presenti, pari al 40 % del totale), strettamente connesse alla presenza dell’habitat prioritario dei Thero-Brachypodietea. Da un punto di vista biogeografico le specie presenti all’interno del SIC sono di estremo interesse, dal momento che si registra la presenza di almeno 11 specie endemiche o sub-endemiche, quali l’Helianthimum jonium, la Crepis apulal’Iris pseudopumila e l’Ophrys fuciflora; a queste si aggiungono poi alcune specie paleoegeiche quali la Quercus troianal’Asyneuma limonifolium, la Campanula versicolor, la Phlomis fruticosa e la Salvia triloba. Numerose sono le specie vegetali incluse nella Lista Rossa, quali la Campanula versicolor, il Leontodon apulum, l’Aegilops uniaristata e il Carum multiflorum.
A ciò si aggiunga lo straordinario valore storico – culturale ed artistico delle stesse, per la presenza al loro interno di chiese e villaggi rupestri di eccezionale valore, che hanno giustificato la candidatura di tale emergenza a Patrimonio Mondiale dell’Unesco.

La forma stretta e allungata delle gravine contribuisce a determinarne l’enorme valore come corridoi ecologici in un territorio per il resto fortemente antropizzato. La stessa forma genera però la presenza di numerosi ambienti ecotonali, sul margine superiore delle gravine stesse, sottoposti a fortissime pressioni antropiche, in particolare a causa delle trasformazioni agricole, dell’infrastrutturazione e della diffusione di discariche abusive. Va inoltre aggiunto che nella maggior parte dei casi la fascia ecotonale sul margine delle gravine è caratterizzata dalla presenza dell’habitat dei Thero-Brachypodietea, habitat prioritario secondo la direttiva europea e paradossalmente quello più in pericolo, anche a causa della scarsa sensibilizzazione delle comunità locali sul suo elevatissimo valore ecologico. 
La forte antropizzazione del territorio sta inoltre compromettendo i collegamenti ecologici trasversali tra le differenti gravine, spesso caratterizzati dalla presenza di vaste aree a Thero-Brachypodietea, comportando un forte rischio di insularizzazione dei singoli solchi.

 

IL PROGETTO

Una antropizzazione aggressiva e diffusa ha impoverito la biodiversità dell'ecomosaico ecologico delle gravine dell'arco ionico, riducendo a isole, sempre di minore estensione e prive di continuità tra loro, habitat prioritari come quello del Thero-Brachypodietea. La non consapevolezza dell’importanza della tenuta della biodiversità tra i proprietari delle aree e tra le comunità locali fa sì che, anche gli habitat prioritari, siano considerati come terreni di possibile coltivazione per i primi e di inutilità per i secondi.

 

 

OBIETTIVI DEL PROGETTO

Obiettivi del progetto sono:

  • la conservazione dei “patches” dei Thero-Brachypodietea esistenti;
  • la salvaguardia della biodiversità con appositi interventi sugli ecotoni, implementando la continuità del sistema e favorendo l’integrazione di specie ed  habitat;
  • l’aumento della consapevolezza  sui temi della biodiversità tra la comunità locale.

Tali obiettivi potranno essere raggiunti solo attraverso la predisposizione di una strategia integrata, comprensiva di interventi a breve, medio e lungo termine, fortemente condivisa dalle comunità locali e innovativa sotto il profilo scientifico e metodologico.

 

 

AZIONI DEL PROGETTO

Le azioni previste dal progetto sono:

  • gli interventi di conservazione dei “patches” esistenti di Thero-Brachypodietea attraverso l'acquisto di aree interessate dalla presenza di tale habitat prioritario, il recupero della rete ecologica di connessione tra le gravine, la creazione di una banca del seme e di un piccolo vivaio didattico, la rinaturalizzazione di alcune aree;
  • gli interventi specificatamente mirati al recupero degli ambienti ecotonali, sul margine e tra le gravine, finalizzati al rafforzamento dei sistemi di congiunzione e di scambio ecologico tra gli habitat;
  • gli interventi diffusi di recupero ambientale (su cave e discariche, anche attraverso mirati interventi di ingegneria naturalistica) e di riduzione degli impatti e delle pressioni antropiche (attraverso la regolamentazione degli accessi e la chiusura di percorsi o accessi carrabili in aree sensibili);
  • la creazione di un "Laboratorio della Biodiversità", quale luogo di diffusione delle conoscenze, di partecipazione attiva e di disseminazione dei risultati del progetto;
  • la diffusione dei risultati del progetto, attraverso un insieme sistematico di azioni, quali incontri pubblici, stampa di manifesti e di opuscoli informativi, realizzazione di un sito internet dedicato, creazione di un networking europeo relativo agli habitat delle gravine.

Gli interventi proposti costituiscono un sistema integrato di azioni da considerare quale base di partenza e quale guida per la conservazione degli habitat e delle specie presenti, sperimentando specifici interventi per la riduzione del degrado e delle pressioni antropiche, sensibilizzando le comunità locali e coinvolgendo tutti i portatori d’interesse locali nell’implementazione dell’iniziativa.

 

LE AZIONI DI TERRE DEL MEDITERRANEO

Terre del Mediterraneo sarà impegnata in alcune delle azioni previste dal progetto. Nello specifico:

- Azione A.1 "Progetto esecutivo degli interventi pilota": nell'ambito dell'azione 1 Terre del Mediterraneo cura la redazione del progetto esecutivo per l’ attrezzamento dei percorsi per la fruizione della gravina e delle aree ecotonali; operazione preliminare consisterà nella verifica dello stato di fatto dei percorsi esistenti e nella valutazione di loro eventuali modifiche ed integrazioni funzionali ad una migliore fruizione dell'area e ad evitare, per esempio, interferenze con potenziali siti di nidificazione di specie incluse nelle direttive europee.

- Azione C.5 "Attrezzamento di percorsi esistenti per la fruizione compatibile e consapevole dell'area": il recupero dei percorsi, con l'attrezzamento con apposite bacheche e pannelli illustrativi, è finalizzato alla conoscenza e alla comprensione delle principali caratteristiche degli habitat e delle specie presenti. Il coinvolgimento di Terre del Mediterraneo si articola nella direzione dei lavori per la realizzazione dei percorsi escursionistici sui margini e sul fondo della gravina, per complessivi 6 chilometri, e nella definizione dei contenuti dei 15 pannelli illustrativi da realizzare e porre in opera lungo tali percorsi. I pannelli illustrativi saranno finalizzati a rimarcare l'eccezionale biodiversità esistente in quest'area, ad evidenziare i rapporti tra habitat e specie animali, a sensibilizzare i fruitori dei percorsi circa le principali minacce e i più gravi disturbi antropici, a sottolineare le dinamiche interne agli habitat. La grafica e i testi dei pannelli saranno tali da permetterne la comunicazione ad un pubblico vasto e diversificato, costituito prevalentemente da non specialisti.

 

- Azione E.2 "Creazione di un Laboratorio per la Biodiversità": il Laboratorio è finalizzato a stimolare la partecipazione attiva delle comunità locali e dei giovani in particolare, utile ad implementare conoscenze e consapevolezza circa il valore della biodiversità, di questo territorio in particolare. Terre del Mediterraneo coordinerà e gestirà, coadiuvata nella logistica dal Comune di Palagianello e dalla Comunità Montana Murgia Tarantina, l'intero processo relativo alla creazione e al funzionamento di tale struttura. L'azione prevede la realizzazione di incontri di sensibilizzazione, laboratori didattici ed escursioni sul territorio, rivolti sia al mondo della scuola che alle comunità locali.

- Azione E.8 "Partecipazione a Mediterre - Fiera dei parchi del mediterraneo": Terre del Mediterraneo, con il Comune di Palagianello, ha coordinato e gestito la realizzazione di uno stand dedicato al progetto LIFE nell’ambito di Mediterre – III Fiera dei Parchi del Mediterraneo, tenutasi a Brindisi dal 3 al 6 marzo 2005.

Terre del Mediterraneo partecipa inoltre, insieme a tutti i partner di progetto, ad incontri periodici di coordinamento.

  

 

 

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